Monterossi – Stagione 1: la recensione

Credo di non aver mai visto una serie peggiore di Monterossi: attori cani e una sceneggiatura non credibile determinano il fallimento completo della serie.

 

 

Con il fermo alle produzioni dovuto al Covid, è indubbio che la cinematografia italiana sia andata in crisi. Se in sala ormai escono solo film di secondo-terzo piano, non è andata meglio con le serie.
Speravo molto in Monterossi, la serie fortemente pubblicizzata da Amazon; l’atmosfera da poliziesco legata ad un attore di assoluto richiamo come Fabrizio Bentivoglio faceva ben presagire. Ma quanto proposto nei sei episodi della prima stagione è completamente negativo.

 

 

Cominciamo dalla trama: l’idea di fondo non è malvagia, ed è quella di uno sceneggiatore di una trasmissione televisiva alla Stranamore (nella serie chiamata Crazy Love, che fantasia) che si trova invischiato in uno strano e contorto valzer di omicidi. Ma questo è tutto, perché la storia si dipana attraverso una serie di situazioni semplicemente non credibili e che pretendono che lo spettatore sia un completo deficiente che si beva qualsiasi cagata passi per la testa dello sceneggiatore.

Ci sono killer che spiattellano ai clienti i particolari del loro lavoro come se si trattasse di una frutteria; o poliziotti che spifferano tutto quel che riguarda il lavoro investigativo; o ancora tizie che aprono la porta al primo che passa e non hanno problemi a raccontare tutti i retroscena delle loro faccende personali come si trovassero di fronte gli amici di una vita. E questo, solo per dare un’idea delle stupidaggini che compongono la colonna portante di questa serie.

 

 

D’altra parte il cast non aiuta per niente; a partire da Fabrizio Bentivoglio, attore che stimo moltissimo ma che è sempre più preda di se stesso e che non riesce a spostarsi di un millimetro da quella figura di svampito radical chic milanese che abbiamo visto in Sconnessi e che sembra ormai l’unico personaggio in grado di recitare (e pensare che in film come Marrakech Express, Turnè o Il Capitale Umano ha ampiamente dimostrato le sue capacità).

Intorno a lui ruota gente che starebbe bene fuori dai teatri di posa a vendere fazzoletti, con l’unica eccezione di una credibile Martina Sammarco e delle passabili Carla Signoris e Maria Paiato. Il resto è veramente impresentabile; recitazioni degne di alberi da frutto (anzi di piante infestanti, gli alberi da frutto almeno fanno qualcosa di buono), espressioni da mattoni rotti, forzature caricaturali che non hanno veramente nulla di realistico.

 

 

Ma il vero deus ex machina dietro questo scempio è Roan Johnson, regista ed autore dell’intera sceneggiatura che in passato aveva pure realizzato qualcosa di buono (come il romanzo Prove Di Felicità A Roma Est o la regia dell’accettabile serie I Delitti Del BarLume).
L’autore italo inglese ha la responsabilità di aver confezionato una serie ridicola (ci mancano solo i morti ammazzati che girano su se stessi e stramazzano platealmente al suolo come nei peggiori telefilm degli anni ’70), di aver scelto un cast assolutamente inappropriato e di aver infarcito la storia di ideologie completamente fuori luogo, a partire dal costante svilimento della Polizia, come se fossero un branco di idioti e fosse giusto schernirli o agir dietro le loro spalle (al di là delle necessità di adattamento per poter realizzare un giallo) o il fatto che “i nazisti è giusto ucciderli” (e tutto quel che ne consegue) e ci sia la fiera del politically correct quasi ad ogni passo.

 

 

Monterossi è una zozzeria colossale che non ha nulla di buono. Anche se il secondo terzetto di episodi (apparentemente ne servono tre per raccontare una storia) è sicuramente meno peggio del primo, il livello qualitativo resta basso e la malafede ideologica continua a saltar fuori di continuo. Evitate questa serie come la peste e puntate a qualcosa di meglio, le piattaforme di streaming offrono sicuramente di meglio; foss’anche una serie finlandese di trecento puntate sull’immobilismo degli aghi di pino in pieno Gennaio.

 

Monterossi – Stagione 1, 2022
Voto: 4
Per condividere questo articolo: