Spider-Man: Far From Home – la recensione

Andare in gita scolastica con Spider-Man è un’esperienza davvero imprevedibile!

 

 

Dopo un’iniziale paura (pensavo di aver sbagliato sala quando ho visto scorrere le animazioni dei loghi di Sony e Columbia Pictures), il film è partito alla grande, con tante risate, tante citazioni, tanta azione e soprattutto Spider-Man. Non sono ancora riuscito a capire se è la bravura di Tom Holland, o la sceneggiatura di Chris McKenna ed Erik Sommers, o la regia di Jon Watts a fare di questo connubio Parker/Spider-Man la versione cinematografica più simile alle pagine delle riviste Marvel. Fatto sta che non ha tradito le aspettative: il Parker impacciato, come viene raccontato nel film, è perfetto, mentre lo Spider-Man, alle prese con responsabilità sopra le sue possibilità, è ancora meglio.

Un Parker impacciato alle prese con la sua prima storia d’amore, uno Spider-Man impacciato alle prese con una grande eredità, un mondo ancora in ripresa dopo lo schiocco delle dita che ha visto riapparire metà della popolazione dell’universo; questi sono i punti di partenza su cui si basa Spider-Man: Far From Home.

La storia è tambureggiante, non ha momenti di pausa; viene tutto compresso nello spazio di due ore e spiccioli, ma non te ne rendi conto fino alla fine. Lo spettatore è costantemente bombardato da trame, sottotrame, citazioni e spunti, in ogni singolo momento; molti spunti vengono lasciati lì a decantare, altri sono stati usati bene per incastrarsi nella trama, altri ancora sono stati usati per prendere in giro i fan e far credere cose che non ci sono o sono ancora molto lontane dal divenire pellicola.

 

 

Devo ammettere che gli sceneggiatori hanno utilizzato molto bene le citazioni per prendere in giro tutti i fan della Marvel, soprattutto quelli che credevano fortemente in una svolta verso una delle saghe fumettistiche migliori degli ultimi anni; ma in Spider-Man: Far From Home tutto è stato studiato per far abboccare lo spettatore e poi tirarlo nella rete con un’estrema facilità. Non solo le citazioni, ma anche la storia dietro al personaggio di Jake Gyllenhaal è stata studiata per creare sorpresa nello spettatore, cosa che è successa soprattutto a chi non è un fan accanito della Marvel.

Quentin Beck/Mysterio, interpretato da Jake Gyllenhaal, è fantastico! Gli sceneggiatori lo hanno adattato perfettamente nella saga cinematografica Marvel, giustificandone la provenienza e le caratteristiche che lo rendono così brillante ed efficace; certo non è il personaggio dei fumetti, ma sarebbe stato molto complicato inserirlo così com’è stato creato nelle pagine dei fumetti tanto tempo fa, quindi ho apprezzando davvero molto il riadattamento fatto.

 

 

Con Spider-Man: Far From Home si conclude la Fase 3 del percorso cinematografico della Marvel, che ha visto come suo apice Infinity War e End Game. Ora ci aspetta qualcosa di inesplorato, che si allontana dal grande classico dei fan Marvel, verranno proposte nuove storie e nuovi personaggi, ma sarà importante capire come si evolveranno le cose con la mancanza di Ironman, Capitan America e la Vedova Nera, tre personaggi portanti della saga fino ad ora sviluppata.

Spider-Man: Far From Home è un ottimo film, probabilmente non il migliore della Marvel, ma sicuramente porta sullo schermo il miglior “Arrampicamuri” di sempre.

Spider-Man: Far From Home, 2019
Voto: 8
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