Un downshifting un po’ alternativo


Il Ceppo questa settimana ha fatto voli pindarici. Come spesso accade quando si fa una ricerca, spesso si aprono così tante finestre su scenari inaspettati, che alla fine si stenta a ricordare da dove si era partiti.

 

20180418 downshift

 

Il Ceppo proverà a ricostruire questo dedalo evitando di perdercisi nuovamente. Alla fine però vi rivelerà la sua proposta, sperando, nel suo povero cuore di legno, che qualcuno accetti la sfida e si lanci in questa pittoresca avventura.

Tutto è cominciato mentre cercava notizie recenti sulle quali scrivere il suo pezzo settimanale. Scorreva siti di attualità e cultura a caccia di qualcosa che solleticasse il suo interesse, eppure, tutto lo tediava o lo rattristava. Il nervosismo montava, soprattutto perché il Ceppo si riduce sempre all’ultimo secondo con le consegne e ancora non riusciva a urlare eureka.

Mentre cercava di placare quel malessere dovuto alla fretta e alla frustrazione, gli è venuto in mente il desiderio di rallentare, ed in quel momento si è divertito a planare nel suo primo volo pindarico:  leggere tutto quello che gli capitava a tiro sul cosiddetto “downshifting”. Per i pochi che non lo conoscessero, si tratta di una tendenza, ormai in voga da più di un decennio, a rallentare i ritmi, a prendersi più tempo per sé e per le cose e le persone che si amano, evitare orari di lavoro stressanti, darsi al part-time o lasciare il proprio lavoro per ritirarsi magari in paesini lontani dalle caotiche metropoli, dal consumismo, dal superfluo, dall’ansiogeno e condurre uno stile di vita più a dimensione umana. Ciò implica guadagni inferiori, prodotti della terra ottenuti anche con le proprie mani o a km zero. Questo in estrema sintesi, ma sarebbero mille altri gli aspetti e le implicazioni.

Raggiunta come per magia una maggiore tranquillità solo alla lettura di questo fenomeno, ecco che il Ceppo si è ritrovato coinvolto nel suo secondo volo pindarico. Si è messo a fantasticare sulla meta nella quale chi vive nella caotica e stressante Capitale potrebbe fare downshifting e darsi a una vita semplice ma appagante. Ma prima di googlare alla ricerca di borghi in cui operare una “decrescita felice”, la noia è tornata ad assalirlo. Il Ceppo non doveva scrivere per il Touring club. È stato allora che invece di ricercare borghi pittoreschi o produttivi, il Ceppo è andato a caccia del suo opposto, di città perdute e borghi abbandonati nel Lazio. Ed eccolo incappare nel sito www.lazionascosto.it che riporta nomi e descrizioni, per sommi capi, di luoghi disabitati come Camerata Vecchia, Galeria Antica, il borgo antico di Celleno, Ambrifi, la città perduta di Castiglione, Antica Norba, Norchia, Falerii Novi, la Città di Ninfa, la splendida Monterano, rocchette e rocchettine nell’area di Sabina; tra avventurose rovine, case fantasma, chiese e abbazie abbandonate, strade ancora praticabili o in parte dissestate, castelli diroccati, mura di cinta, giardini e tempietti dalle oscure origini, palazzi dai natali nobiliari (famiglia Colonna, Orsini, Boghese, Lante della Rovere) pontifici, rurali e dalle fondazioni romane, etrusche o greche.

A quel punto il Ceppo, infervorato e incandescente, non ha resistito a contattare lo staff del sito per avere conferma che fossero borghi totalmente abbandonati e per sapere se non si trattasse di un sito di organizzazione di viaggi organizzati, visti gli interessanti consigli su tour o possibili visite. Alla fine, si è ritrovato a porre l’ultima domanda, quella che poi gli ha dato lo slancio per l’ultimo volo pindarico: appurato che tali borghi siano totalmente disabitati, il Ceppo ha domandato se però non siano utilizzati in caso di sagre o di eventi particolari. In meno di un’ora il Ceppo ha ricevuto la pronta risposta dello staff: non solo si tratta di un mero sito di informazioni turistiche senza fini di lucro, ma all’interno di queste mete perdute pare non si tengano sagre o eventi enogastronimici né lo staff era a conoscenza di altri eventi organizzati dagli enti di riferimento.

Così il Ceppo ha chiuso quella email, ha guardato fuori dalla finestra, richiudendo tutte quelle virtuali aperte sul suo pc e si è fatto inondare dal sole caldo e profumato di aprile, ha scorto in quei raggi le promesse del maggio e del giugno in arrivo, ricordando come, in passato, la nobiltà europea giungesse da ogni dove per effettuare in questi stessi mesi l’appassionante Grand Tour sul suolo italiano o al massimo greco. E poiché l’Italia è l’essenza stessa della cultura mondiale, si è detto che a costo zero  o al massimo di un pieno dell’auto, con un pranzo a sacco o in un pittoresco agriturismo lungo la strada, pennica sotto l’albero inclusa, non sarebbe male, esaurite le mete più gettonate e caotiche, gettarsi in luoghi decadenti e carichi di mistero preromantico per concedersi una gita fuoriporta. Il Downshifting può essere anche culturale di tanto in tanto, no?

E infine, l’ultimissimo volo pindarico che sa tanto di proposta indecente ma affascinante: e se invece di correre nelle famose foreste tedesche per avventurarsi in un gioco di ruolo live, facessimo risorgere questi luoghi ambientando qui dei giochi di ruolo live tra storie di eserciti fantasma, ciurme maledette, chiese e castelli spettrali? Master dei quattro angoli del mondo, affilate le vostre menti, temperate le vostre matite e accorrete numerosi, il Ceppo ha lanciato la sfida.

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