Vietnam ’65: la recensione

Non ringraziero’ mai abbastanza i PC per aver semplificato la vita di noi wargamers, ma oggettivamente Vietnam ’65 sarebbe semplice e divertente anche su carta.

 

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Il conflitto in Vietnam e’ stato un momento di svolta per la storia militare; per la prima volta un esercito potente, massiccio e tecnologicamente avanzato e’ stato sconfitto da bande di irregolari, male equipaggiate e senza avere addestramenti specifici alle spalle… se non vogliamo contare la massiccia presenza di truppe cinesi senza uniforme, ma questo e’ un altro discorso.
La nascita delle guerre asimmetriche ha sancito un modo di combattere nuovo, talmente fuori dagli schemi che a cinquant’anni di distanza non si e’ ancora trovato un modo per battere questa nuova forma di resistenza.

A dirla tutta, pero’, la storia ci fornisce una soluzione. Gli antichi Romani non si limitavano semplicemente ad occupare militarmente le regioni appena invase, e nemmeno imponevano l’assimilazione dei locali da parte della cultura Romana; consentivano infatti una certa autonomia legislativa, culturale e religiosa; fondamentalmente, a loro interessava ottenere le tasse ed il controllo sulla regione. Insomma, in un certo modo si facevano amiche le popolazioni sottomesse.

Hearts & Minds era il modo con cui ci si riferiva alla strategia USA per ottenere il supporto popolare Vietnamita. Gli sviluppatori di Every Single Soldier hanno ben miscelato questo concetto con la componente puramente bellica, ottenendo un gioco veloce e gradevole, dove non conta avere la supremazia militare, ma quella popolare.

 

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Il gioco, piuttosto semplice nella sua realizzazione tecnica, vede creare una nuova mappa ad ogni nuova partita. La nostra base sara’ sempre piazzata nella parte est del teatro degli scontri, e da la’ dovremo visitare e controllare un numero di villaggi assegnati al nostro settore; alcuni potrebbero essere facilmente raggiungibili via terra, altri necessiteranno di continui aviotrasporti a causa dell’impenetrabilita’ della giungla.
In nostro aiuto avremo i famosi elicotteri Huey, i camion del Vietnam, che trasporteranno nelle vicinanze le nostre squadre di fanteria; visitando i villaggi cercheranno di aumentare la nostra influenza e di ottenere informazioni sulla presenza di Vietcong e di truppe Nord Vietnamite. Il problema e’ che, ben nascoste, le truppe nemiche ci tenderanno numerose e sanguinose imboscate – deleterie per le nostre truppe, le nostre finanze e per l’influenza nel settore.
I corpi speciali possono effettuare missioni di ricognizione, e i nostri elicotteri d’attacco, i carri e l’artiglieria possono poi ripulire la zona. Il problema e’ che difficilmente avremo abbastanza influenza per tenere i Vietcong a bada, e la nostra incapacita’ di monitorare le unita’ (e basi) nemiche ci portera’ spesso verso una ingloriosa sconfitta, nonostante la nostra forza militare.

 

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Il gioco e’ decisamente divertente. La frustrazione che si ha nel non riuscire a trovare la base nemica nascosta da qualche parte, o vedere i nostri elicotteri cadere costantemente vittime di missili che li rendono inutili ai fini operativi si contrappone alla soddisfazione provata quando riusciamo a liberare, almeno temporaneamente, una zona e vedere la nosta influenza che torna a salire. I combattimenti non richiedono calcoli particolare; basti tenere a mente che i difensori nella giungla sono piu’ protetti, cosi’ come in caso di mal tempo, e che si ha un grande bonus se si tende un’imboscata (possiamo farlo anche noi). Ad ogni modo, a schermo e’ presente una percentuale di successo dell’attacco.

 

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Un ruolo chiave la fanno i rifornimenti, che vengono distribuiti alla nostra base principale e a quella secondaria (che potremo costruire avanzando verso ovest), ma non alle basi operative avanzate; e le nostre truppe fuori dalle basi sono affamate, hanno bisogno di carburante e munizioni. Tenere tutto sotto controllo e’ un affare improbo.

La grafica ed il sonoro fanno il loro, senza eccellere (non c’e’ musica di sottofondo). Ad ogni modo non si notano lacune in questi campi; in un gioco del genere non c’e’ bisogno di chissa’ quale realizzazione tecnica. Peccato invece per alcune finezze che avrebbero aiutato il giocatore alle prime partite (evidenziare l’unita’ selezionata, per esempio).
Manca del tutto la componente multiplayer, ed e’ un peccato; si vocifera di una sua implementazione nel secondo gioco di Every Single Soldier, ambientato in Afghanistan ed ancora in fase di sviluppo. Si tratta in questo caso di una mancanza sensibile, che avrebbe sicuramente permesso di giocare partite piu’ tese (nonostante la difficolta’ del gioco, il comportamento dell’AI e’ per definizione tutto sommato piuttosto prevedibile).

 

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Comunque sia, non si puo’ dire che Vietnam ’65 non sia un buon gioco; e’ un piacevole diversivo quando si ha voglia di uno strategico leggero e poco impegnativo dal punto di vista delle regole; rappresenta una bella sfida (tutti i parametri sono customizabili) e sebbene non lo giocherete di continuo, probabilmente lo manterrete installato per tornarci volentieri di tanto in tanto.

 

Vietnam ’65, 2015
Voto: 7,5
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