Dino Dini’s Kick Off Revival: la recensione

Le operazioni nostalgia funzionano se il prodotto originale era valido di suo, e talvolta richiedono più di un velo di trucco per esistere nel futuro.

 

 

Dino Dini mi sembra tutto sommato una brava persona, uno normale, con i suoi pregi ed i suoi difetti. A volte il suo lavoro ed i suoi atteggiamenti vengono vituperati, e lui reagisce di conseguenza. Ma non è forse questo che ci si aspetta da un essere umano? Magari non è molto diplomatico, ma ha il coraggio di difendere il proprio lavoro e le proprie idee contro tutto e tutti, e questo vale anche per il suo Kick Off Revival, tentativo di riportare in auge la giocabilità e lo stile del titolo che lo ha lanciato nell’olimpo dei programmatori ai tempi dell’Amiga.

 

 

Un passo indietro: Kick Off era un progetto straordinariamente ambizioso, che riusciva a funzionare egregiamente sulle macchine a 16 bit. Per quanto si presentasse a prima vista come un normale gioco di calcio a scorrimento verticale (un caposaldo dell’epoca), introduceva una manovrabilità totalmente incentrata sul controllo di palla del singolo giocatore, annoverando elementi come lo stop, il controllo a seguire, il pallonetto ed altri. Non tutti ne erano stati entusiasti, ma la schiera di estimatori era decisamente nutrita. Le cose migliorarono con il seguito, più completo nelle modalità di gioco e ulteriormente rifinito, se non complicato, sul piano dei controlli.

 

 

Anche se negli anni a seguire la serie ha conosciuto (pochi) alti e (molti) bassi, gli aficionados non hanno mai abbandonato il sogno di vedere la stessa magia riprodotta in chiave moderna, ed è qui che entra in gioco l’oggetto di questa recensione. Nata su PS4 e trasportata in seguito su Steam senza modifiche, l’edizione Revival cerca da subito di mettere le cose in chiaro con una presentazione minimalista: poche scelte, sia a livello di opzioni che di modalità, e una generale piattezza dei menu. La situazione non migliora inoltrandosi nell’indispensabile tutorial o nell’unica coppa disponibile, ondeggiando tra un look classico e una semplicità disarmante.

 

 

Anziché essere una semplice strizzata d’occhio al passato, le interfacce scarne sono un presagio di quanto il giocatore vedrà una volta sceso sul campo virtuale. Un solo stadio, con spettatori astratti ed un look decisamente anni ’80 nell’accezione negativa del termine, colori solidi e cartelloni pubblicitari che quasi stonano in mezzo a tanta piattezza. I calciatori sono anche modellati discretamente, tenendo fede a quanto visto nelle edizioni precedenti, ma le animazioni sono a tratti lente e non danno troppo l’idea di atleti agili e di livello internazionale (l’unico livello plausibile, data la presenza di sole compagini nazionali).

 

 

Poco male, penserà l’aficionado dei tempi Amiga: Kick Off è sempre stato un caposaldo di sostanza oltre la forma, che lasciava agli altri l’onere di dover stupire le retine del pubblico puntando tutto su azioni spettacolari e multiplayer all’ultimo sangue. E costui troverà pane per i propri denti. Oggi come allora, il sistema di controllo è estremamente completo, e prevede ogni dettaglio del calcio reale, dai diversi tipi di corsa, al controllo di palla che diventa difficile in proporzione alla velocità, passando per colpi volanti e acrobazie varie. Questo pone tuttavia un quesito esistenziale che nell’intrattenimento ludico sta diventando materia di studio e dibattito: si stava davvero meglio quando si stava peggio?

 

 

La risposta, almeno nell’ottica di questo revival, è un secco no. Il pallone elettronico si è evoluto tantissimo negli anni, portandosi a somigliare maggiormente alla controparte reale, ma parallelamente anche ad avvicinare chi un tempo non si sarebbe sentito in grado di affrontare uno sforzo notevole per ottenere dei risultati. D’altronde il gioco è gioco, ed obbligare chi lo pratica come passatempo ad interpretarlo con la massima serietà diventa una forzatura abbastanza sgradevole. Ed ecco che la forbice tra le opere del buon Dino e il resto dei titoli venuti dopo si allarga nettamente, quasi fino a relegarle in un genere a sé stante.

 

 

Chi si siede sul divano per una partita spensierata non troverà mai terreno fertile nella ricerca della precisione millimetrica, nello stop manuale, nei controlli controintuitivi. Chi invece ha sempre affrontato ogni match con catarsi agonistica e totale immersione nel singolo tocco di palla potrà trovare la stessa completezza di qualche decennio fa, in una veste vagamente (molto vagamente) moderna e con un multiplayer online funzionante e nulla più. Rispetto per Dino, ma la cosa piacerà solo a chi c’era, e neanche a tutti.

 

Dino Dini’s Kick Off Revival, 2017
Voto: 5
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