Ogni tanto succede qualcosa di nuovo nel panorama dell’intrattenimento multimediale. E quando accade, è gioia per gli occhi.
Mentre in Italia gli stadi si riempiono per Ultimo e i Pinguini Tattici Nucleari, dall’altra parte dell’oceano c’è chi decide di lanciare un nuovo album, non negli studi di Maria De Filippi, ma producendo un lungometraggio d’animazione destinato a rimanere nell’immaginario collettivo. È quel che ha fatto Kid Cudi su Netflix. Novantadue minuti dedicati alle nuove canzoni (sapientemente incastonate nel corso della trama) e alla memoria di Virgin Abloh, direttore artistico di Louis Vuitton scomparso prematuramente nel 2021 amico fraterno del musicista statunitense.
Il risultato visivo è pazzesco. Il risultato sonoro ancor di più. Pensato inizialmente come una serie tv, il film diventa tale sotto la regia di Fletcher Moules che sfoggia un cast incredibile che va da Jessica Williams e Timothée Chalamet, passa da Ty Dolla $ign e Vanessa Hudgens e arriva fino a Christopher Abbott, Jaden Smith (sì, il figlio di Will), Arturo Castro e Macaulay Culkin (sì, quello di Mamma Ho Perso L’Aereo).
Pennellate di colori pastello e fluo che ricordano, per tecnica e atmosfera, lo Spider-Man: Into The Spider-Verse ma raccontano una commedia su una storia d’amore tra due artisti in erba. Pennellate emotive per una trama molto semplice. Jarabi è un giovane street artist che ha appena firmato con un’importante casa editrice per lo sviluppo di un fumetto basato sul suo personaggio urban Mr. Rager. Appena trasferitosi a Manhattan incontra Meadow, vicina di casa fotografa in procinto di allestire la sua prima mostra personale. La crescita graduale della loro relazione sarà una vera e propria opera d’arte tra alti e bassi e sensualissime scene hot.
L’intuizione del regista è quella di rendere la Grande Mela la terza protagonista della storia. E così, a fare da sfondo a questo racconto da seguire quasi sotto crack, spiccano le tonalità blu, viola e fucsia dei parchi colmi di alberi di Union Square, dei contenitori di cibo cinese e dell’iconico skyline dai tramonti infuocati. La colonna sonora, poi, merita una menzione ulteriore. Si tratta della più geniale idea innovativa del marketing musicale degli ultimi anni. Tutte le nuove canzoni di Kid risuonano intreccio dopo intreccio e prendono ancora più vigore mischiate alle musiche originali di Dot da Genius e Plain Pat. Uno spottone del disco nuovo che non sembra mai una marchetta.
Si ride, ci si commuove, ci si eccita e si balla anche un po’ sul divano. Tanta roba in un solo titolo che, ovviamente, da noi è sepolto sotto i filmoni da botteghino e le melense commedie a lieto fine (nostrane ma non solo). Se ogni super-eroe ha il suo potere, quello di Kid Cudi è il saper catturare la tua totale attenzione fisica e mentale. Provate a seguire la storia col cellulare in mano… scoprirete che, almeno per una volta, non manderete messaggi agli amici durante la visione.
Alla fine di questa esperienza visiva resta la voglia di avere addominali da urlo e di comprare un biglietto aereo per New York. Almeno questo potreste concedervelo.