Gli impresentabili di Conte: Domenico Arcuri

Chi è Domenico Arcuri? Come mai è stato scelto per gestire l’emergenza Covid? E perchè si stanno continuando a nominare commissari quando ci sono già i funzionari statali?

 

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Il nome di Arcuri era sconosciuto a molti di noi fino ai primi mesi di quest’anno, quando Giuseppe Conte lo ha nominato Commissario Straordinario per l’Emergenza Covid. Era Marzo di quest’anno, e l’Italia era in piena crisi pandemica, con una quarantena imposta su tutto il territorio nazionale.

In caso di emergenza, un coordinatore è necessario. Lo abbiamo visto in tanti momenti della vita drammatica del nostro paese; e normalmente questo ruolo viene coperto dal Capo del Dipartimento di Protezione Civile. Ed infatti fin dai primi giorni di Febbraio è Angelo Borrelli a gestire l’emergenza Coronavirus. Chi è Borrelli? Si tratta di un tecnico di lungo corso, in Protezione Civile sin dal 2001, come vice-Capo Dipartimento. Ha vissuto in prima persona i terremoti che hanno scosso la penisola negli ultimi dieci anni e le varie situazioni di crisi che hanno visto in prima linea la Protezione Civile.
Eppure, il 16 Marzo 2020 Giuseppe Conte lo esautora e assegna il ruolo di Commissario a Domenico Arcuri.

 

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Domenico Arcuri ha zero esperienza nelle emergenze. Il suo curriculum vitae parla di ruoli di dirigenza all’IRI ai tempi di Prodi (quando venne distrutta), di importanti posizioni nel settore privato (AD italiano di Deloitte Consulting, una delle principali aziende di consulenza internazionali), e di essere poi diventato nel 2007 AD di Invitalia, una società privata al 100% di proprieta del Ministero dell’Economia (cose assurde che non capirò mai) e occupandosi di sistema produttivo e reindustrializzazione di aree dismesse come Bagnoli e Termini Imerese (con risultati tutt’altro che positivi).
Come dicevamo, esperienza legata alle emergenze: zero.

Perchè allora nominare il potente dirigente Domenico Arcuri come Commissario al posto dell’uomo di stato di lungo corse Angelo Borrelli? Probabilmente la risposta è già riscontrabile nella domanda, ma facciamo il compitino fino in fondo.

L’emergenza Coronavirus è composta di numerosi aspetti: c’è quello operativo sanitario, quello di sicurezza del territorio, quello degli appalti e acquisti dei materiali e quello del mantenimento dell’economia e della sua ripresa.
Forse Borrelli ha dimostrato di non essere all’altezza nelle prime settimane dell’emergenza? Si sarebbe a quel punto potuto ricorrere a persone di amplissima esperienza e capacità come Guido Bertolaso, a cui nonostante i numerosi attacchi politici ricevuti dopo il 2009 è innegabilmente stato il miglior Capo Dipartimento di sempre della Protezione Civile; o si sarebbe potuto creare un pool di tecnici a supportare il lavoro di Borrelli.

 

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No, probabilmente la spiegazione è un’altra. Acquisti e appalti in una situzione del genere comportano un movimento di cassa incredibile. Lasciarlo gestire ad un tecnico o ad un politico della stessa area del governo? Arcuri è il manager pubblico più longevo in assoluto e siede su di una poltrona, quella di Invitalia, scelta dai governi. Dal 2007 a oggi non è stato mai sostituito; all’epoca il Presidente del Consiglio era guarda caso Prodi e fatta salva la parentesi Berlusconi, durato 3 anni, e il Conte I, durato un anno, tutti i governi sono stati fondamentalmente espressione della sinistra).

Durante la gestione Arcuri, a più riprese sono stati chiesti chiarimenti sulle spese effettuate sotto la direzione del Commissario, ma nulla è stato presentato; nè in Parlamento, nè ai media. A partire dal suo stipendio: non si sa stia ricoprendo il ruolo gratuitamente o se ci sia un compenso oltre ai 300000 euro annui che percepisce come AD di Invitalia.

Fatto sta che in questi mesi il governo Conte ha speso oltre 100 miliardi per l’emergenza Covid per la maggior parte con appalti diretti e secretati, e se la copertura è arrivata post-factum nello scostamento di bilancio di cui si parla in questi giorni, non esiste alcuna rendicontazione di come siano stati impiegati questi soldi e come si sia arrivati a selezionare questo o quel bene e soprattutto questo o quel fornitore.

Arcuri è stato al centro di molte querelle: dall’acquisto delle mascherine, incluse quelle senza marchio CE, a quello dei ventilatori polmonari arrivati in ritardo; la realizzazione dell’app Immuni, affidata a un gruppo di sviluppo vicino all’entourage del Partito Democratico passando addirittura per i famosi banchi a rotelle made in Azzolina. E senza dimenticare del mancato aumento di capacità ospedaliera per le terapie intensive di cui molti ora sembrano essersi scordati ma che sono sono stati un elemento cruciale nella decisione di poche settimane fa di chiudere alcune regioni italiane.

 

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Se di carne al fuoco ce n’è tanta e i dubbi non mancano, beh, rallegriamoci (oppure no): ad Invitalia è stato assegnato il compito di gestire anche la crisi Ilva con Arcelor-Mittal, uno degli scempi compiuti dal governo in carica per incapacità o dolo.

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