Mediterraneo: la recensione

Mediterraneo è un vero viaggio nel profondo della nostra anima.

 

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Mediterraneo è un film di Gabriele Salvatores uscito nelle sale nel 1991, pluripremiato in Italia e all’estero guadagnando in particolare l’Oscar come miglior film straniero nel 1992. Il film fa parte con Marrakech Express e Turnè del “ciclo della fuga” di Salvatores, in cui i suoi personaggi abbandonano i sistemi che li incatenano e trovano nella fuga la propria libertà e la propria vita.

 

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Il film è ambientato nel 1941 e ruota attorno ad un raccogliticcio manipolo di soldati italiani, presi tra disertori e richiamati: i soliti sacrificabili. Inviati sull’ultima delle isole dell’Egeo, devono presidiare l’area e segnalare il possibile arrivo di forze inglesi. In seguito ad una serie di incidenti si trovano ben presto abbandonati e dimenticati. Senza contatti perdono la cognizione del tempo e lentamente posano le armi trovando una nuova vita, ma anche un nuovo avversario: se stessi, con i propri dubbi, paure e insicurezze.

 

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Con grande delicatezza l’occhio di Salvatores penetra nei personaggi, anche dei più grezzi, scoprendone l’anima profonda, sconosciuta anche a se stessi ed inespressa fino al loro arrivo sull’isola. Un’isola che è quasi la reale protagonista del film; grazie ad essa tutti loro potranno dirsi cambiati una volta stati lì, e forse pure noi se avremo saputo assorbirne a pieno l’atmosfera.

Sarà per la splendida fotografia o per la grande colonna sonora, ma il ritmo lento del film non peserà affatto sulla visione, permettendo invece di apprezzare al meglio tutte le piccole evoluzioni dei personaggi.

Non tutto è perfetto: a far storcere il naso è la recitazione non sempre ottima, che in certi casi sembra veramente da teatrino dell’oratorio nonostante un cast ricco di nomi noti del panorama italiano come Diego Abatantuono, Claudio Bigagli, Claudio Bisio e Giuseppe Cederna. Alla critica anglofona degli Oscar questo deve essere sfuggito e per fortuna si riesce a passarci sopra.

Inoltre uno degli aspetti che più ho apprezzato del film è la forte critica sociale all’Italia del dopoguerra, alla grande disillusione di quegli italiani che credevano che dalle macerie della guerra si potesse ricostruire una paese nuovo e ancora più forte, e che invece vennero ingannati dai partiti, che all’ombra delle bandiere dei grandi ideali non si preoccuparono che dei loro interessi. Un triste specchio dei sentimenti di quell’Italia del 1991 che a breve sarebbe stata stravolta da Mani pulite.

 

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Mediterraneo è un film di cui col tempo mi sono innamorato e che cerco e riguardo sempre con lo stesso piacere. A tratti allegro ed altre volte estremamente malinconico, ma perfettamente in sintonia col mio spirito e di chi come me è alla ricerca di quell’isola, ovvero di quel luogo che sappia dare le risposte alle domande che ancora neanche conosco. In poche parole si tratta di un film che porterò nel cuore e che non posso fare a meno di consigliare.

Mediterraneo, 1991
Voto: 8
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