Nimona: la recensione

Nimona è un lungometraggio che racchiude in sé elementi fantasy, futuristici e fiabeschi, ed è stato candidato agli Oscar come miglior film d’animazione; ma se lo merita?

 

 

Nimona è l’adattamento cinematografico dell’omonima graphic novel di Nate Diana “ND” Stevenson, ed è diretto dal duo Nick Bruno e Troy Quane. Dietro questi nomi ci sono alcune case produttrici poco conosciute e Netflix, che come al solito annusa le occasioni e ci si fionda come un cane affamato su un bell’osso succulento. Nimona è indubbiamente un progetto interessante, gestito bene e mirato a conquistare lo spettatore con fughe rocambolesche, combattimenti, battute divertenti ed un duo di protagonisti “cattivi” che tanto piace al pubblico di oggi. La domanda che però ci siamo posti è la seguente: Nimona è da Oscar?

In un regno da fiaba, a metà tra il medievale ed il futuristico, esiste l’Institute For Elite Knights che difende tutti i cittadini dalla minaccia di mostri e pericoli esterni. L’istituzione è stata fondata circa un millennio prima, quando Gloreth salvò il regno bandendo una mostruosa creatura e da allora i discendenti dell’eroe, e dei suoi primi cavalieri, proteggono la pace. Mille anni dopo, la regina Valerin decide di cambiare la tradizione per permettere a chiunque di valore di diventare un cavaliere; così giunge l’opportunità per il talentuoso Ballister Blackheart di entrare a far parte dell’etile dei guerrieri.

Durante il periodo di studi per diventare cavaliere Ballister viene affiancato da Ambrosius Goldenloin, discendente diretto di Gloreth; i due uomini si conoscono meglio e tra loro sboccia l’amore. Il giorno dell’investitura, proprio quando Ballister si trova vicino alla regina, succede l’impensabile: dalla sua spada parte un raggio laser che uccide la regnante. Il nostro inconsapevole protagonista viene immediatamente incastrato per la morte della regina e non può fare altro che scappare.

 

 

Il fuggitivo si nasconde nella parte abbandonata della capitale per riorganizzarsi e per capire come trovare le prove per scagionarsi. Lì viene raggiunto da Nimona, una creatura mutaforma dall’aspetto di un’adolescente che è stata perseguita per i suoi poteri. Lei ritiene Ballister un “cattivo” e vede in lui uno finalmente una persona con cui condividere la rabbia verso una società che li ha emarginati. Il loro incontro darà il via ad una serie di assurdi eventi che porteranno ad un cambio epocale nella vita del regno.

La storia è simpatica, veloce, movimentata e ricca di battute divertenti, ma è estremamente semplice da intuire, tanto che sin dai primi passaggi è possibile identificare chi ha ordito l’attentato alla regina e per quale ragione. Un pizzico di mistero in più lo troviamo nello scoprire chi è realmente Nimona e perché è così arrabbiata, ma anche qui è molto facile anticipare le rivelazioni. Una trama troppo semplice? Probabilmente si, ma non sempre questo è un difetto; infatti il lungometraggio animato si difende bene e riempie lo spettatore di azione e trovate divertenti che fanno passare in secondo piano anche la semplicità della storia.

L’ambientazione è davvero la marcia in più di questo prodotto. Un mondo a metà tra il medioevo ed il futuro rende Nimona una fiaba moderna e ben congenita. La possibilità di poter osare con la tecnologia, partendo da una solida struttura riconoscibile a tutti, permette agli autori di potersi sbizzarrire liberamente e proporre tante trovate simpatiche. Ovviamente il mondo magico, che è una delle condizioni principe delle fiabe, diviene un qualcosa di estraneo, ignoto, pauroso e temuto ed è proprio questa contrapposizione così efficace ad aver catturato e conquistato il pubblico.

I personaggi sono sicuramente ben caratterizzati a partire dall’ombroso Ballister che, da integerrimo cavaliere, dovrà mettere in discussione tutto il suo modo di vedere il mondo e questo lo cambierà profondamente. Nimona è un peperino, la sua voglia di spaccare tutto è contagiosa, ma ovviamente cela un profondo malessere che alla fine dovrà affrontare. La presunta storia d’amore omosessuale tra Ambrosius e Ballister è invece quasi del tutto inutile ai fini della trama, visto che il passaggio principale tra i due personaggi ruota semplicemente attorno alla fiducia che ognuno dei due ripone nell’altro, un sentimento che può tranquillamente nascere tra anche veri amici.

 

 

Il politicamente corretto ha quindi avuto la meglio anche su questo lavoro? Nimona è indubbiamente un film che porta su schermo alcune tematiche della comunità LGBTQIA+; molte delle quali però possono anche essere interpretate semplicemente come un messaggio di libertà e uguaglianza. Tutto il resto, compreso il rapporto d’amore tra i due cavalieri, è trattato in maniera così semplice ed innestato così bene nel contesto di questa fiaba moderna che quasi si perde nella frenesia della visione.

L’animazione è qualitativamente un passo avanti rispetto a tante altre proposte. Il comparto tecnico ha infatti realizzato tutto il lungometraggio in CGI, ma lo ha fatto con uno stile che richiama il lavoro dell’animazione classica, quella fatta a mano. Tutto questo esalta le estrose trasformazioni di Nimona e le tambureggianti scene di azione che si susseguono nel film. Ottime anche le musiche che accompagnano i momenti più importanti della pellicola.

La domanda però rimane nell’aria: Nimona è un film che merita la candidatura all’Oscar? È indubbiamente un lungometraggio animato valido, ma trovo la sua candidatura a miglior film di animazione figlia di un’annata che ha prodotto poco e soprattutto figlia del fatto che l’Academy non mette il naso fuori dal suo giardino, se non per indiscussi nomi come quello del maestro Hayao Miyazaki. Quest’anno infatti la Lucasfilm ha dimostrato con la sua serie animata Star Wars Vision, composta da corti fatti da studi di produzione in giro per il mondo, che esistono tante realtà che possono ambire agli Oscar, ma che purtroppo non vengono prese in considerazione.

 

Nimona, 2023
Voto: 7.5
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