Ultimo film, forse il peggiore, dell’unica trilogia di cui nessuno sentiva il bisogno e di cui nessuno sentirà la mancanza.
Il parco di Isla Nublar è distrutto da ormai 4 anni; alcuni dinosauri sono stati venduti e spediti in giro per il mondo, altri sono semplicemente scappati via terra o via cielo e ormai vivono apparentemente senza problemi di sorta in mezzo a noi.
Owen (Chris Pratt, famosissimo soprattutto per il ruolo di Star-Lord in Guardiani della Galassia, Guardiani della Galassia Vol. 2, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame) e Claire (Bryce Dallas Howard) vivono isolati in una casetta di montagna per proteggere Masie, la figlia clonata di Lockwood. Masie viene rapita per conto della Byosin, la multinazionale demoniaca di turno che gioca col dna dei dinosauri, per essere studiata… e parte il film.
La Byosin per non farsi mancare nulla ha a libro paga il Dott. Malcom (l’immortale Jeff Goldblum, anche lui del cast di Guardiani della Galassia Vol.2, nonché di Grand Budapest Hotel) e invita nel proprio sito anche i mitici Dott. Grant (Sam Neill) e Dott.ssa Sattler (Laura Dern) che come mettono piede nella Valle Incantata di Piedino si attivano subito per cercare prove e smascherare i piani diabolici della Byosin che vuol affamare il mondo distruggendo tutti i raccolti grazie alla loro ultima trovata: cavallette del cretaceo grosse come un gabbiano di Roma…
Non vi dico come finirà, ma se siete degli habitué di questa saga grosso modo potete farvene un’idea.
Sono veramente perplesso e leggermente arrabbiato. Che acido hanno assunto gli sceneggiatori? Forse è il caso di iniziare a cambiare pusher…
Avrei voglia di parlarne con il mitico Steven Spielberg (produttore esecutivo di questo scempio, ma anche artefice dell’ottimo Salvate Il Soldato Ryan, c’è da ammetterlo) che in un’intervista del 2016 dichiarò: “Più invecchio, più guardo i film come un miracolo in movimento. È più difficile accontentare gli spettatori se si sta dando loro solo effetti speciali, ma se si tratta di una buona storia sono più facili da accontentare. Io stesso sono colpevole come chiunque per la realizzazione di film blockbuster”.
Bastano quindi tonnellate di dinosauri che si sbranano tra di loro animati dalla computer grafica senza la benché minima traccia di sceneggiatura? Basta parlare a vanvera di problemi reali del mondo come i cambiamenti climatici, l’eccessivo sfruttamento degli animali e l’errato uso dell’ingegneria genetica?
Basta far tornare i vecchi attori come in Star Wars? Assolutamente NO Steven, e mi dispiace veramente molto aver visto il tuo nome tra i titoli di testa e di coda. Dov’è la storia Steven?
Il tutto condito da questa fastidiosissima reprimenda eco/dino/animalista che francamente sta diventando noiosa e anche abbastanza antipatica visto che i principali responsabili dell’inquinamento mondiale sono proprio i cari americani che poi sfornano questi film per placare la loro coscienza. Siamo stanchi di questi scienziati matti che giocano a fare dio e creano complotti per affamare/distruggere il mondo. Già fatto, già visto. Noia, noia e ancora noia.
Del resto, se sei così scemo da voler far un’altra trilogia, quasi un reboot, poi è normale che finisce male. Cosa altro si poteva dire su questo tema vecchio quasi 30 anni? Che altre storie potevamo mai narrare sui dinosauri allo zoo? I dinosauri che scappano dallo zoo per l’appunto.
Quindi Star-Lord addestra Velociraptor con la stessa facilità con cui i vostri nonni accudivano le galline, adesso li ha direttamente nel boschetto dietro casa; impone la mano e non viene sbranato. In tutto il mondo sono sorti allevamenti clandestini che sfruttano i poveri rettili e gli ambientalisti invece di disperarsi per l’imminente distruzione dell’intero ecosistema mondiale rischiano la pelle per salvarli. Infine c’è la solita multinazionale del male che alleva cavallette giurassiche che sbranano i raccolti… Ci rendiamo conto?
Va bene che è un film ma un minimo di plausibilità serve sempre. Se i dinosauri ripopolassero come per incanto tutto il globo per noi sarebbero cavoletti di Bruxelles amari. Amarissimi. Altro che cavallette mutanti.
Per concludere: a meno che non siate degli Alan Grant in carne ed ossa ASSOLUTAMENTE andate a vedere altro perché l’unica cosa piacevole di questo film sono le 5 battute in croce di Jeff Goldblum che una risatina forse ve la strappano.