Si moltiplica a vista d’occhio la produzione coreana, ma spesso la qualità dei prodotti ne risente in modo eccessivo; sarà così anche per questo lavoro?
The Return Of The Disaster-Class Hero è un manhwa, ovvero un manga o fumetto coreano, che inizia con buoni presupposti, ma si evolve sorprendentemente in maniera pessima. Gli autori, San.G e Heats, trovano un ottimo escamotage per evitare la solita struttura della seconda possibilità in cui il protagonista torna in vita per vendicarsi o viene trasferito in un altro mondo per riscattarsi dai fallimenti precedenti.
Il globo viene sconvolto da un’apocalisse; giganteschi mostri chiamati Calamità appaiono improvvisamente dal nulla e cominciano a distruggere intere città ed a sterminare la razza umana. I governi mondiali si oppongono come possono mettendo in campo anche le bombe atomiche, ma nulla sembra avere effetto. La gente è disperata e comincia a chiedere aiuto alle divinità. In risposta a tutto questo appaiono tredici combattenti che lottano contro le Calamità per fermare la follia di questa apocalisse.
Dodici di loro si fanno chiamare Santi e sono stati risvegliati dalle dodici divinità dei segni zodiacali, mentre il tredicesimo si è risvegliato senza l’aiuto di una divinità ed ha cominciato a combattere per il bene del mondo. Lui è Gun Lee il risvegliato proveniente dalla Corea ed il più forte di tutti i tredici combattenti. Le sue intenzioni sono pure ed il suo obiettivo è quello di distruggere Occhi Rossi, il demone a capo dell’esercito delle Calamità. Di contro i Santi hanno altri obiettivi in mente, ma comunque appoggiano il nostro protagonista nello scontro finale.
I morti non parlano ed i sopravvissuti possono inventarsi qualsiasi storia per giustificare quello che è successo. Così i dodici Santi raccontano come Gun Lee si sia sacrificato per l’umanità ed abbia sconfitto, a prezzo della vita, il potente Occhi Rossi. Però le cose non sono proprio andate così: venti anni dopo la sconfitta delle Calamità maggiori, il nostro protagonista riesce ad uscire dalla trappola in cui i dodici Santi lo hanno intrappolato ed il suo spirito comincia a ribollire in cerca di vendetta.
Questo preambolo, lungo qualche capitolo, può portare ad una sola ed inevitabile conseguenza: una vendetta violenta e dei combattimenti epici tra Gun Lee ed i Santi! Ed invece non è la strada che i due autori del Redice Studio hanno imboccato. Allora si configura una lenta vendetta servita fredda? Niente di tutto questo. Il nostro protagonista, che fino a questo momento era animato da un fuoco sacro e da intenti semplici e ben leggibili, comincia letteralmente a “cazzeggiare”.
Decide di andare in giro a recuperare i suoi oggetti personali. Forse è una strategia per diventare più forte? Assolutamente no! In pratica è solo un capriccio, Gun Lee è già in grado di eliminare i Santi, ma è infastidito che i suoi oggetti siano stati venduti o usati senza il suo permesso. Una scelta narrativa poco realistica, ma che permette ai due autori di allungare un racconto che altrimenti sarebbe stato forse troppo breve.
Qui però cominciano i guai narrativi. Queste scelte, non particolarmente in linea con il pregresso del personaggio rude e diretto, sono mal giustificate. Gun Lee si muove seguendo il suo umore, ma dimostra una spocchia ed un caratteraccio che diventa quasi una presa in giro di se stesso. La vendetta rimane indubbiamente l’obiettivo delle sue azioni ultime, ma sembra spesso che ci siano altre cose che attraggono maggiormente l’attenzione del protagonista, anche quando può dispensare facilmente la morte ai suoi bersagli.
C’è confusione nella storia e c’è confusione nella caratterizzazione di Gun Lee, ma c’è un po’ di confusione anche sotto l’aspetto grafico. L’artista che si cimenta nelle tavole ha un tratto in linea con le ultime proposte coreane: i personaggi hanno volti dai tratti appuntiti, fisici asciutti ed occhi sempre molto geometrici. Le tavole sono abbastanza mediocri ed abbonda l’uso dei programmi che aiutano a disegnare; questo si nota soprattutto sugli sfondi che risultano poco naturali, spesso piatti e geometricamente artefatti.
I pochi capitoli di The Return Of The Disaster-Class Hero tradotti dalla comunità dei fan, che si impegna senza fini di lucro a portare prodotti che forse non verranno mai immessi sul mercato ufficiale italiano, danno un chiaro spaccato di un prodotto mediocre. Siamo però solo all’inizio e le cose potrebbero cambiare con il proseguo della narrazione. In questo momento però non è un prodotto che consiglierei.