The Universim: la recensione

The Universim è un buon god game che inizialmente sembra non voglia farsi capire; entrando nella sua ottica si scopre però un titolo sicuramente apprezzabile.

 

 

The Universim è uno di quei titoli che seguiamo da tempo. Il god game di Crytivo, in sviluppo da dieci anni, è uno di quei giochi che si è ampliato nel tempo, plasmandosi ed introducendo dinamiche e nuovi concetti inizialmente non previsti; ha rischiato di essere rimasto in cottura troppo tempo, ed ora che la versione 1.0 è stata rilasciata è il momento buono per capire se l’affascinante dalle ricche potenzialità ha centrato completamente l’obiettivo o si è lasciato sviare nel corso degli anni.

La cosa che colpisce immediatamente di The Universim è il suo stile grafico accattivante, colorato e fumettoso, in grado di far breccia in ogni cuore. Anche le spiritose frasi che accompagnano il gioco fanno il loro; questi elementi, uniti al gameplay non eccessivamente complesso, fanno di The Universim un gestionale adatto ad un pubblico non necessariamente hardcore e più indirizzato ad un’esperienza rilassante.

 

 

In The Universim dovremo far uso dei nostri poteri divini (non moltissimi) e delle classiche istruzioni di costruzione alla SimCity per far prosperare ed espandere la civiltà dei nostri fedeli, aiutandoli a svilupparsi, proliferare e conquistare il pianeta, fino a raggiungere lo spazio. The Universim tiene in considerazione una miriade di fattori durante la partita, da quelli più classici (la fame e la felicità dei nostri fedeli) alla produzione di ossigeno da parte degli alberi e l’aumento delle temperature in fase industriale e post-industriale. Insomma, qualcosa che ricorda molto certe dinamiche viste in Eco e nel più simile Imagine Earth, due giochi con cui The Universim ha sicuramente molti punti in comune.
Molto apprezzata è la presenza di “ministri” che possono gestire in autonomo (e bene) i dettagli delle aree di loro competenza (ad esempio la creazione di fattorie sufficienti per sfamare la popolazione), sollevando pian piano il giocatore dalla microgestione di questi ambiti, attività poco divertente.

 

 

Come detto, le potenzialità di The Universim sono molte, ma il gioco non fa molto per rendersi immediatamente comprensibile ed accattivante, rischiando di allontanare i giocatori dotati di meno tenacia. Il ritmo di gioco è molto lento, ed almeno nella nostra prima partita non avremo necessariamente chiaro cosa dovremo fare per progredire; è lo stesso gioco, scherzandoci su, a dirci che al breve tutorial deve sostituirsi la nostra esperienza diretta. Il rischio però è di lasciare allo sbando chi si trova privo di nozioni del gioco, non ne capisce le relazioni interne o chi si perde qualche passaggio (e la cosa è piuttosto facile). The Universim si mostra inizialmente per quello che non è: sembra infatti molto più complicato e difficile da capire di quel che realmente è, ma serve almeno una partita di prova per capirlo. Richiede, almeno inizialmente, che il giocatore utilizzi quella rivedibile pratica dell’imparare sbagliando che non comporta gratificazione, ma quasi frustrazione.

 

 

È solo esplorando con convinzione il gioco e scendendo a patti con un’interfaccia non sempre perfetta (dai messaggi a scorrimento, alla difficoltà di capire al volo quale tipologia di edificio stiamo osservando) che si scopre di avere in mano tutte le carte per comprendere cosa The Universim si aspetta da noi. A quel punto l’esperienza cambia, ed il gioco diventa sicuramente piacevole, accettandone il suo ritmo compassato.

È questo il vero peccato capitale di The Universim: rischiare di farsi percepire come un prodotto dove l’esperienza gioco è noiosa e senza meta, confusa e senza troppi stimoli a continuare; un po’ come le fasi avanzate di Banished. Invece il titolo di Crytivo ha diverse frecce al suo arco, e piacerà sicuramente a chi ha un’indole più pacifica, ecologica e che non disdegna una sessione di gioco tranquilla. Di carne al fuoco ce n’è molta, e giungendo nelle fasi avanzate della partita il gameplay prende una piega sicuramente diversa, dove la tensione comincia a farsi sentire pur rimanendo nell’ambito di un gioco non simulativo. Si nota anche un basso tasso di sfida, ma forse questo è voluto: probabilmente Crytivo vuole comunque portarci alle battute conclusive di gioco, permettendoci di assaporare il suo titolo nella sua interezza, salvo farci vedere con chiarezza che vincere, nel senso più classico del termine, non è poi così facile.

 

 

The Universim è un titolo sicuramente molto valido, ma che in sede di valutazione offre contrastanti sensazioni. Sembra quasi che gli sviluppatori, ormai un tutt’uno con la loro creatura dopo dieci anni di lavoro, abbiano dimenticato che i nuovi giocatori necessitano di essere comunque introdotti alle dinamiche del gioco, dando per scontato fin troppo. Rompere il ghiaccio con The Universim è tutt’altro che facile ma, una volta effettuata quest’operazione, l’esperienza di gioco è sicuramente positiva.
Con una maggiore voglia di rendersi comprensibile, un ritmo di gioco più veloce e magari un tasso di sfida leggermente superiore, The Universim avrebbe potuto concorrere ad essere il nuovo god game di riferimento. Al momento ci troviamo “solo” di fronte ad un buon titolo, capace di farsi apprezzare una volta imparato a comprenderlo, e che potrebbe comunque migliorare raffinando alcuni aspetti.

 

The Universim, 2024
Voto: 6.5
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