Assassin’s Creed: la recensione

Credo che tutti sappiano che Assassin’s Creed ha preso spunto da un videogioco. Gli appassionati sapranno perfettamente cosa vanno a vedere e non rimarranno delusi, ma i neofiti potrebbero rimanere amareggiati per lo spoiler di inizio film.

 

 

Basato sull’omonima serie videoludica sviluppata da Ubisoft, il film di Assassin’s Creed è una buona trasposizione in pellicola del gioco.
L’universo in cui si svolgono gli accadimenti è il medesimo, la storia narrata nel film non appartiene a nessuno dei videogiochi usciti fino ad ora.

In Assassin’s Creed, il condannato a morte Callum Lynch, grazie ad una macchina speciale chiamata Animus, viene costretto a rivivere i ricordi di un suo antenato vissuto al tempo dell’Inquisizione Spagnola al fine di rintracciare un misterioso manufatto noto come Mela dell’Eden, fulcro di un millenario conflitto tra le società segrete degli Assassini e dei Templari.

Escludendo i primi minuti del film, uno spettatore libero dalle conoscenze della saga videoludica, può vivere l’esperienza del protagonista senza preconcetti e ha la possibilità di scegliere se parteggiare per uno o l’altra società segreta che da millenni si combattono.
Solo nel momento topico del film, durante lo scontro finale lo spettatore ha la piena consapevolezza del destino del protagonista e capisce da che parte stare.
Purtroppo, guardando i primi minuti del film, lo spettatore riceve uno spoiler che rovina tutta la suspance del film. Sapere sin da subito quale fazione è la buona e quale la cattiva fa decadere tutta la trama.

 

 

Callum Lynch e Aguilar de Nerha, interpretati da Michael Fassbender, sono due ruoli perfettamente agli antipodi, ma uniti da un unico destino. L’assassino Aguilar che si aggira nell’Andalusia del XV secolo è sicuro e implacabile, sa perfettamente quello che deve fare e come lo deve fare, mentre il detenuto Callum Lynch è totalmente smarrito, non ha uno scopo né un futuro, vive la vita sapendo che manca qualcosa. Nel momento in cui Callum Lynch comprende lo scopo finale della sua vita, le due figure diventano del tutto simili, se non addirittura sovrapponibili.
Michael Fassbender è bravo, ormai si è specializzato in questi personaggi un po’ tenebrosi, alla Magneto, con grandi complessi irrisolti e pesanti destini.

Alan Rikkin, interpretato da Jeremy Irons, è il visionario amministratore delegato delle Abstergo Industries e padre di Sophia. La sua Abstergo Foundation a Madrid è dedicata “al perfezionamento della specie umana”; obiettivo primario, trovare la famosa Mela dell’Eden che permetterebbe di cancellare i geni umani che portano le persone alla violenza.

Sophia Rikkin, interpretata da Marion Cotillard è la figlia di Alan Rikkin, ed è la scienziata che supervisiona il progetto Animus. E’ perfetta nell’interpretare l’ostinazione di uno scienziato che vuole chiudere gli occhi per non vedere cosa le accade intorno.

Molti fan dei videogiochi potrebbero storcere il naso per la macchinosa realizzazione dell’Animus, la mitica macchina che permette, esaminando il DNA e quindi grazie ad una connessione di parentela, di poter rivivere spezzoni della vita dei propri antenati. Infatti nella serie videoludica, la macchina è semplice ed efficace come una stanza bianca, invece nel film ci ritroviamo una complessa macchina multibraccia che sorregge il soggetto durante la sua animata visione del passato.

 

 

Il finale è dei più scontati; come da copione Hollywoodiano, lascia presagire un secondo film con gli stessi protagonisti del primo, ma non sarà un nuovo capitolo della saga: si preannuncia qualcosa che esce dallo schema dei videogiochi visti fino ad ora.

Nel complesso non posso dare un giudizio sufficiente al film, anche se gli effetti speciali e le colonne sonore sono di ottima qualità. Quei pochi minuti iniziali del film fanno si che tutti gli spettatori, fan o meno della serie videoludica, sappiano sin dall’inizio l’ovvio finale della vicenda.

 

Assassin’s Creed, 2016
Voto: 5
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