The Beautiful Game: la recensione

Ci sono tante ragioni per vincere un torneo di calcio, ancor più se è la Coppa del Mondo dei Senzatetto; ce le racconta questo film.

 

The Beautiful Game recensione

 

I film sul calcio sono rischiosi. I tifosi non amano seguire una storia che vada oltre la singola partita sul campo e i cinefili non impazziscono per i dettagli tecnici. Eppure… eppure il lungometraggio di Thea Sharrock, una regista classe 76 cresciuta a pane e commedie, riesce a conquistare tutti e due i pubblici facendo un gol che vale doppio. The Beautiful Game racconta di un calcio pulito, fatto di valori umani, che ormai esiste solo nelle scuole dei bambini e, allo stesso tempo, racconta di come ci si possa perdere negli abissi umani della solitudine.
Tutto è ben chiaro da subito: una squadra di senzatetto parte per Roma con l’obiettivo di vincere la Coppa del Mondo di categoria. Ogni giocatore ha il suo demone, ognuno ha la sua personale ragione per alzare al cielo il trofeo e provare a rimettersi in carreggiata con la vita. Riusciranno a farcela? Diventeranno uniti in tempo? Trama semplice ma di grande impatto.

Le due chicche sono l’allenatore Mal, interpretato da quel Bill Nighy che abbiamo amato in I Love Radio Rock, L’Alba Dei Morti Dementi e in Harry Potter, e l’attaccante fuoriclasse Vinny, chiara rappresentazione di Pogba post infortuni e droga. Due veri assi del calcio alle prese con un’accozzaglia di sbandati fuori forma e privi di ogni minima disciplina.
Il film è impegnativo ma anche esilarante, perché le azioni del torneo sono realizzate in modo credibile e quindi divertente. La regista deve essersi chiesta come calcerebbe davvero un pallone una persona che dorme sulle panchine da vent’anni e la risposta l’ha messa in questo suo film: non ci sono follie visive alla Shaolin Soccer con salti tra le nuvole e sfere infuocate; non ci sono parate scomposte alla Fuga Per La Vittoria (Stallone può davvero essere un portiere?); non ci sono fighetti impomatati alla Beckham.

Anzi. Proprio questo realismo viene applicato nelle sotto-trame della commedia, che fa ridere ma anche riflettere, e che mette Roma nel suo cast. Mossa astuta, perché gli stranieri si godono gli scenari mozzafiato della Città Eterna mentre noi capitolini di nascita ci divertiamo a riconoscere le singole vie dove magari compriamo il pane o le sigarette. Un giochino costante che va avanti fino alla fine, quando il protagonista si risveglia al gazometro di via Ostiense e si fa di corsa tutta la ciclabile fino al Pincio. Solo a pensarlo fa venire i crampi ma si perdona volentieri una leggerezza inglese in un lavoro complessivamente fatto bene.

Siamo lontani anni luce dall’umiliante rappresentazione che di noi fece Woody Allen in To Rome With Love, il quale pretendeva che una persona in grado di permettersi un appartamento a via del Corso vivesse con salami e caciotte appese in salotto e i panni stesi sopra l’insegna di Bulgari. Siamo lontani anche dai film di genere vuoti e scontati tipo il nostrano Ricchi A Tutti i Costi. Qua si ride con i denti ma si guarda col cuore. Alcune storie di questi calciatori sono strazianti, altre molto toccanti; quella che intreccia Vinny e Mal è semplicemente perfetta, ed è da far vedere a tutti quei ragazzini che sognano di diventare calciatori professionisti.

 

The Beautiful Game recensione

 

Segnaliamo la presenza anche di Valeria Golino, da sempre a suo agio nel cinema straniero, come dimostrò anni orsono nel piccolo capolavoro Hot Shots!. Alla fine di questi 125 minuti viene voglia di palleggiare con gli amici ma anche di fermarsi un minuto in più di fronte a chi, buttato a terra fisicamente e moralmente, ci chiede un piccolo aiuto.
A poche settimane dalla fine dell’Europeo, a pochi mesi dalla fine dell’ennesimo discusso campionato di Serie A, questa pellicola ci ricorda che appartenere ad una squadra vuol dire vincere o perdere a testa alta e, soprattutto, ricordarsi che il cuore non si compra e non si vende.
Nota a margine: siamo certi che anche voi vi innamorerete della squadra del Giappone, con la sua coach presa direttamente da un Hentai e i suoi sportivi tutti proiezione del tanto amato Ataru Moroboshi di Lamù.

Chicca finale: attenzione perché la storia di base è vera e le immagini finali di alcune azioni del Campionato del Mondo dei Senzatetto, mandate nei titoli di coda, sono meglio di Novantesimo Minuto ai tempi di Nanu Galderisi e Pierino Fanna. Tutti in campo!

 

The Beautiful Game, 2024
Voto: 8
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