The Reincarnated Inferior Magic Swordsman: un fantasy “confortevole”

È possibile trovare interessante un manga che propone una storia già letta, con una caratterizzazione già conosciuta ed una grafica già vista?

 

 

Ci sono manga che possono essere elevati a capolavori e manga che invece vivono semplicemente di luce riflessa. Inventare qualcosa di nuovo non è facile. Capisco perfettamente le difficoltà che un autore può affrontare nel cercare di caratterizzare i personaggi o nel preparare una storia nuova ed originale. Purtroppo spesso le proposte non decollano, non attecchiscono o finiscono nel dimenticatoio. In questo marasma di “tentativi” che provano a trovare uno spiraglio tra la concorrenza, esistono anche quei tipi di lavori che se ne fregano un po’ di tutto e tutti e provano a fare proprie cose già viste.

The Reincarnated Inferior Magic Swordsman è un puzzle di spunti presenti nella narrativa orientale che prova a creare una zona confortevole a quel lettore che non ha voglia di esplorare nuovi lidi. Quindi vi presento Toru Minasuki, un normalissimo impiegato svuotato dalle emozioni e bloccato in una vita lavorativa grigia e monotona. Il nostro protagonista, di ritorno da una normalissima giornata di lavoro, precipita in una spaccatura dimensionale e muore… una cosa del tutto normale no? A quanti di voi capita di leggere sui giornali di povere vittime da spaccatura dimensionale?

Per sua fortuna ci pensa una bizzarra divinità a salvare la sua anima. Come vi immaginate una divinità? Io di certo non me la immagino come una ragazza bionda e mezza vestita che mangia le patatine; ma la fantasia del nostro autore, Hagiu Aki, sembra farci ben sperare. Dopo un breve ed allucinante dialogo tra Toru e questa divinità, al ragazzo viene data una tavola delle abilità, tipo quella che puoi trovare nei videogiochi, e spedito su un pianeta in stile fantasy chiamato Eargard. Non avendo più un corpo, la dea gliene concede uno morto di fresco. La nuova vita di Toru inizia in una grotta poco illuminata, in un corpo che non è il suo e su un mondo che non conosce.

 

 

Spostare le persone in mondi sconosciuti è una caratteristica che ultimamente va di moda. Uno dei lavori più famosi ad aver usato, in modo efficace, questa meccanica è stato sicuramente Sword Art Online. Di recente questo sistema di sovrapposizione o spostamento dimensionale è molto utilizzato soprattutto in Corea: Solo Leveling, SSS-Class Suicide Hunter, Dungeon Seeker, Overgeared, Dungeon Reset, Skeleton Soldier e Survival Story of a Sword King in a Fantasy World sono solo alcuni esempi.

Lo spunto iniziale è abbastanza usato e crea una zona confortevole per chi cerca qualcosa di semplice e familiare. Chi è alla ricerca di quel capolavoro che stuzzica la fantasia e rapisce il lettore in un vortice di emozioni, di certo non lo troverà in The Reincarnated Inferior Magic Swordsman. La storia narra semplicemente la vita di Toru in questo nuovo mondo. Lui è stranamente abile e sembra non avere alcuna difficoltà nell’adattarsi alla vita da spadaccino magico. L’unica cosa che può stuzzicare il lettore è la subdola riflessione della dea che dichiara di aver mandato numerose anime ad Eargard, ma nessuna è mai riuscita a sopravvivere.

Fortunatamente Toru ha impostato al meglio le sue abilità e ha eliminato tutte le restrizioni che un’anima reincarnata ha all’inizio della sua avventura. Il popolo umano che vive su Eargard conosce i reincarnati che provengono da un altro mondo e li ha etichettati come estremamente deboli ed inadatti alla carriera di avventurieri. Toru ovviamente romperà questo schema diventando il primo del suo genere; eccellere e diventare il migliore in assoluto però è tutt’altra storia!

Mostri, abilità, personaggi e qualsiasi altra cosa vi venga in mente sono praticamente già sentiti o visti in altri lavori. Non c’è molto di originale in tutto quello che è narrato dal momento che Toru mette piede su Eargard. Le stesse relazioni che nascono tra Toru ed i personaggi sono cose ampiamente viste, con le dovute differenze, in lavori del calibro di Goblin Slayer.

 

 

Allora cosa c’è d’interessante in quest’opera? Forse proprio il fatto che non ha ancora fatto vedere nulla di nuovo; questo permette di sperare in un colpo di coda che sorprenda il lettore. Di sicuro la storia scorre placida e tranquilla, quasi coccolandoti confortevolmente; alla fine dei conti non ti accorgi neanche di leggere qualcosa di copiato, sembra infatti d’immergersi in un racconto estremamente familiare.

Graficamente parlando, siamo di fronte al classico stile fantasy giapponese. Anche in questo caso nulla di nuovo. Senza andare troppo nel dettaglio, è sufficiente paragonare i personaggi di The Reincarnated Inferior Magic Swordsman con quelli degli altri lavori che ho citato in precedenza. Kanou Hiroto ha buona cura dei suoi soggetti, mentre ne ha molta meno degli sfondi, degli interni o dei panorami, che sono spesso assenti o solo abbozzati. Lo stile però è particolarmente pulito senza abbondanza di chiaroscuri o di linee grossolane.

Tirando le somme, questo lavoro non propone nulla di nuovo, ma ha il merito di portarti in un mondo confortevole che si lascia leggere senza fatica. Lo stile grafico rientra in una normalissima mediocrità che non sposta assolutamente nulla. L’unico vero punto di forza è la speranza: solo dieci capitoli usciti concedono all’autore grandi margini per poter giocare con una storia in fin dei conti ancora onestissima e potenzialmente valida.

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