Prendete Stalker ed adattatelo ad una grafica isometrica; Tunguska: The Visitation è un ottimo gioco che restituisce le stesse sensazioni del classico gioco di fantascienza.
Chi vi scrive è un innamorato perso delle atmosfere stalkeriane. Che si tratti del titolo videoludico che ha rivoluzionato il mondo della fantascienza su PC o del film di Tarkovskij da cui tutto si è originato (ispirato a sua volta dal libro Roadside Picnic), tutto quello che ha un carattere post-apocalittico, con radiazioni e un’ambientazione dell’est Europa ha per me un fascino indescrivibile.
Tunguska: The Visitation è un titolo che rientra pienamente in questa categoria, e non posso negare che mi sia piaciuto non poco. Avevo già anticipato qualcosa sul gioco, ma ora che il titolo è arrivato a maturazione ed ho avuto la possibilità di sviscerarlo fino in fondo, posso confermare le ottime impressioni iniziali che ho avuto.
Ambientato a Tunguska in era contemporanea, il gioco ripropone tematiche chiaramente ispirate alla saga di Stalker. Pur riconoscendo nemici ed anomalie analoghe a quelle del capolavoro ucraino, la sensazione non è quella di vivere in un piatto déjà-vu quanto di trovarsi in un ambiente familiare nel quale sappiamo già, in parte, muoverci. Una sorta di ritorno a casa.
In gioco è realizzato con una visuale isometrica simile a quella dei classici twin-stick shooters (vedi Brigador o Helldivers), ma con la peculiarità di poter ruotare l’inquadratura a nostro piacimento. Quest’ultimo accorgimento è utilissimo nei momenti in cui vogliamo sfruttare al meglio un riparo o percorrere con accuratezza un passaggio stretto.
Il motore grafico lavora benissimo, e non ho mai notato problemi di fluidità. Molto interessante peraltro il fatto che lo sviluppatore (come per Star Drift Evolution il gioco è opera di un singolo uomo) abbia implementato un curioso ed azzeccato sistema che tende leggermente a sfocare tutto quello che si allontana dal nostro personaggio, costringendoci quindi a concentrare l’attenzione su di un singolo punto dello schermo per volta e risolvendo il problema dell’onniscenza tipico di questa categoria di giochi.
Tunguska vive di esplorazione e di scontri a fuoco. Il primo elemento si sviluppa attraverso livelli liberamente esplorabili sin dall’inizio (a patto di essere adeguatamente equipaggiati), anche se la storia tenta di guidarci pian piano verso la sezione di mappa più adeguata alla prosecuzione della trama. La zona è ovviamente ricca di insidie: le anomalie possono essere sia chiaramente notate che essere pressoché invisibili, evitabili solo usando estrema cautela e gli strumenti che potremo ottenere proseguendo nel gioco. Oltre al rischio proprio delle anomalie però esiste quello da radiazioni, molto più subdolo, e quello da contaminazione biologica. L’angoscia che creano questi due rischi è palpabile: sono elementi da cui non si è mai al sicuro e spesso si sottovaluta il livello di avvelenamento, finché non è troppo tardi.
Ad ostacolarci nel cammino ci sono anche esseri mutanti che non vedono l’ora di farci la pelle. Si tratta di nemici ben caratterizzati, che solo in rari casi sembrano essere presi smaccatamente dalla saga di Stalker. I più hanno una loro anima ben definita, anche se a voler vedere il pelo nell’uovo il loro metodo di attacco è spesso simile: si carica a testa bassa il giocatore e via. Presi singolarmente, questi nemici sono piuttosto gestibili; il problema è che spesso si muovono in gruppo, e non è semplice tenerli a distanza sparando in movimento ed evitando le anomalie.
Discorso simile per gli altri esseri umani che popolano la zona: divisi in diverse fazioni, è piuttosto raro che ci sparino a vista. Coi più si può dialogare e commerciare, ma la scelta è anche nostra; nulla ci vieta di sparare a chi ci pare (e affrontare le debite conseguenze). Anche l’approccio più stealth paga: il ciclo giorno/notte ci consente infatti di sfruttare le ore di buio per infiltrarci negli avamposti e superarli o saccheggiarli… se ci dimostreremo in grado. Entrambi gli approcci sono validi: io stesso, che sono più un patito del “vai e spacca tutto” mi sono trovato giocoforza a dover fare di necessità virtù ed aggirare in silenzio una postazione ostile. I gruppi di esseri umani non solo possono avvalersi di un maggiore volume di fuoco, ma spesso utilizzano granate e sfruttano, quando possibile, gli aggiramenti sul fianco. Sono insomma tutt’altro paio di maniche rispetto ai mutanti.
Tutti questi aspetti rendono Tunguska: The Visitation un gioco sicuramente difficile ma ben bilanciato. Nonostante mi sia trovato a dover ripetere alcuni passaggi più ostici, non l’ho mai trovato frustrante, anzi; ogni volta che sono morto è stato per una qualche distrazione, per aver ignorato i livelli di avvelenamento, o per aver affrontato dei nemici troppo alla leggera.
Il fatto che il gioco salvi solo quando si dorme aggiunge tensione alla nostra esplorazione, visto che è fondamentale trovare un luogo sicuro prima di srotolare il sacco a pelo.
Sorprendentemente, Tunguska: The Visitation non mostra lati negativi; non c’è nulla fuori posto o che non convinca. Tenendo a mente che si tratta di una produzione indie e che non sarebbe lecito attendersi una realizzazione da AAA, tutto fila e tutto soddisfa. L’ambientazione è appassionante e coinvolgente, le dinamiche di gioco sono semplici ma curate e la difficoltà è ben bilanciata (decisamente verso l’alto, anche quando si ottengono armi potenti). Se proprio si vuole cercare qualcosa di migliorabile è il fatto che negli scontri in cui sono coinvolti anche nostri alleati non è facile aprire il fuoco senza colpirli, e il fatto che il bordo mappa presenti quei classici muri di roccia tipo canyon che sono chiaramente posticci.
Tunguska: The Visitation è un gioco semplice ma efficace che piacerà sicuramente agli appassionati del genere. La durata non è affatto breve (mediamente fra le 16 e le 20 ore a seconda del vostro stile di gioco) e il gameplay regala discreti momenti di adrenalina, inclusa qualche buona intuizione che arricchisce il corso della nostra esplorazione; in aggiunta è in arrivo la localizzazione in italiano. Insomma, non c’è proprio motivo per non provarlo se siete attratti dalle sue atmosfere.
PRO:
- Atmosfera ben realizzata
- Sembra il figlio di S.T.A.L.K.E.R.
- Attenzione ai dettagli delle dinamiche di gioco
- Se ci si distrae si muore facilmente
CONTRO:
- Il bordo mappa poteva essere realizzato diversamente