Pensavo fosse amore invece era un calesse? In questo caso, pensavo fosse una commedia invece era un incubo.
L’opera prima della regista Francesca Marino, disponibile su Prime Video, sarà pure ben confezionata e ispirata da premesse coraggiose ma, tra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare… in tempesta. Brutto brutto brutto aiutame a dì brutto, questo lungometraggio sono due ore rubate allo spettatore che si avvicina a Blackout Love attratto da un gran bel cast (sulla carta) e da un plot di tutto rispetto (si può cambiare il passato di una storia d’amore finita male?) per finire buttato nelle paludi della tristezza di Atreiu.
Alla domanda narrativa dovrebbe rispondere l’allenatrice di pallavolo Valeria (un’Anna Foglietta davvero mal diretta) che si trova di fronte alla possibilità di resettare la sua relazione andata in malora grazie ad un’amnesia clamorosa del suo ex (ancora le amnesie? Nel 2021?). Sì, lo so… sembra la storia di un manga porno soft anni ’90 ma lo sviluppo è peggiore. Succede tutto quello che ti aspetti debba succedere: consigli della migliore amica non ascoltati, passione tra i due ex che riaffiora, equivoci con nuovi amanti che generano nuovi equivoci e così via, di luogo comune in luogo comune, fino ad un finale che, in linea col resto, stupisce quanto l’omosessualità di Malgioglio, zero.
La crepa di questo film sta tutta qua. C’era l’intenzione di sconvolgere la classica commedia romantica, la cosiddetta “Rom Com”, ma la strada imboccata per farlo è troppo semplicistica: la Marino, o gli sceneggiatori per lei, si sono limitati a mascolinizzare la Foglietta. D’accordo, il suo personaggio scopa un ragazzo diverso a sera e poi sparisce senza richiamarlo. E quindi? Esistono davvero persone così anche del gentil sesso, non sembra una trovata così innovativa, e soprattutto a noi non interessa. L’aggravante poi arriva dalla scelta del compagno.
Alessandro Tedeschi, che impersona Marco, ha una faccia irritante. Dispiace dirlo, non è colpa sua, ma è così e la sensazione sgradevole non finisce quando il suo personaggio si evolve (facciamo finta che si evolva, dai) verso una connotazione positiva. Lodevole scegliere un volto nuovo, ma non c’era nessun altro di più gradevole nelle tante scuole di recitazione d’Italia? Che la cosa non funzioni lo dimostrano i suoi dialoghi che dovrebbero rendere tagliente la commedia e invece la zavorrano definitivamente.
A voler allargare l’inquadratura, i dialoghi dell’opera sono la sintesi del fallimento di questa piccola rivoluzione. Anche in questo caso merita un plauso il tentativo di dare profondità alla quotidianità (alla Clerks, per capirci) ma poi bisogna saperlo fare. Queste sono le parole con cui apre Blackout Love:
“Avete presente quel pollo che avete lasciato in frigo e vi sembra ancora rosa, anche se è scaduto? E poi, quando lo mangiate, capite che effettivamente è andato a male? Gli uomini sono come il pollo: consumateli subito o buttateli alle prime avvisaglie.”
Persino la bravissima Barbara Chichiarelli, apprezzatissima in Favolacce e in Suburra – la Serie, ne esce male. Questa psicologa amica del cuore della Foglietta sembra Athina Cenci di Compagni Di Scuola ma con meno credibilità. Scopre che il marito l’ha tradita e due minuti sono a casa insieme bisticciati come bambini delle elementari.
È la seconda volta che Prime Video cicca un prodotto cinematografico nostrano (la serie Tutta Colpa Di Freud era orribile) ma LOL: Chi Ride È Fuori dimostra che le potenzialità per fare bene in Italia ci sono. Vi prego, impegnatevi anche in questo settore. Ci aiutereste a svoltare le nostre serate.