Captains Of The World: la recensione

Se credete che il racconto delle vite di Holly e Benji sia esagerato, non avete ancora visto questa docu-serie di Netflix!

 

Captains of the World recensione

 

Siete cresciuti con l’insensata sensazione che la catapulta mortale dei gemelli Derrick fosse una cagata pazzesca? Avete sempre pensato che gli stacchi di testa di Capitan Tsubasa, mediamente due metri e mezzo dal terreno, fossero leggermente irrealistici? Significa che non avete mai frequentato i fratelli Turner che, a distanza di un anno esatto dall’immondo mondiale invernale in Qatar, ci propongono sei episodi che dovrebbero ripercorrere l’evento sportivo secondo un’ottica, a dir loro, alquanto innovativa. L’ideone geniale dei due è quella di raccontare il torneo dal punto di vista dei capitani delle trentadue diverse nazionali, da Messi a Ronaldo passando per il platinato Simon Kjær (chi?).

Questa banalità di partenza non basta a dequalificare la docu-serie, originale come i capelli di Antonio Conte. A questa stucchevole narrazione si aggiunge, infatti, una vera e propria opera di mitopoietica degna di Omero sotto crack. Ma quale Odisseo, quale Achille… qua abbiamo gente del calibro di Koulibaly e Yoshida! Ah ah, sì avete letto bene; e pensare che non vuol essere un prodotto comico (che sarebbe stato pure geniale a suo modo). I registi inglesi hanno davvero intenzione di dipingere come campioni mitologici queste pippe micidiali che col pallone litigherebbero anche durante una partita di calcetto tra scapoli e ammogliati.

E così, in questo corto circuito sportivo, diventano per lo meno buffe le musiche epiche che dovrebbero sottolineare racconti di vite durissime e di sacrifici eroici. Diventa quasi demenziale il montaggio serrato, che dovrebbe richiamare una qualsiasi sequenza di battaglia de Il Gladiatore.  Perché la verità è che, per quanto la vuoi dipingere bene, l’Australia è l’Australia e chi segue il calcio lo vede con i suoi occhi. Ma anche quando l’attenzione si sposta sui capitani che sono davvero di primo livello, l’effetto umoristico non svanisce.

Cristiano Ronaldo è una macchietta della sua imitazione, con pose da Sylvester Stallone e improbabili dialoghi tipo: “Io sotto pressione? Lo sono da quando ho lasciato casa”. A Rambo, ma lo sai dove devi andare? Ma l’apice di questo lavorone da non perdere se avete amato la Gialappa’s Band, è il dualismo tra Messi e Mbappè: guelfi e ghibellini, in confronto, andavano a braccetto. I capitani delle due nazionali più forti, l’Argentina e la Francia, portano sulle loro spalle il destino dei loro popoli. Per il nuovo (ma anche vecchio) Maradona è l’ultima occasione di far salire sul tetto del mondo la sua gente. Per il granitico transalpino potrebbe essere la sublimazione di un paese che non è secondo a nessuno per autoconvinzione e spirito nazionalistico.

 

Captains of the World recensione

 

Come finisce lo sappiamo tutti. Invece non era ancora chiaro che, alla fine di questo infinito servizio di Novantesimo Minuto Speciale Mondiali, non ci resta in mano praticamente nulla. Qualche gol spettacolare, un paio di mogli di calciatori degne di nota e la sensazione che il più brutto Fifa World Cup di sempre abbia trovato la più brutta serie possibile a ricordarcelo.

Per fortuna i più nostalgici di noi potranno lavar via dalle pupille questo scempio con una rigenerante partita a Kick-Off tra un “calcio d’angalo” e un “cartellino gaillo”.

 

Captains Of The World, 2023
Voto: 3
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