Una stagione divisa in tre blocchi che solo alla fine cambia pelle e rende palese tutta l’oscura verità che si cela nella Catacomba di Nazarick.
Rotti gli indugi, ora s’inizia a fare proprio sul serio e finalmente diviene palese che il nostro mitico protagonista non è di certo l’eroe positivo della storia, ma molto probabilmente è davvero il malefico essere che appare all’esterno. Il sapiente gioco di leggere le azioni di Ainz sotto il punto di vista più protettivo e benevolo è ormai un mero ritornello che non riesce più a mascherare la vera natura della Catacomba di Nazarick.
Questa quarta stagione di Overlord si sviluppa fondamentalmente in tre blocchi. Già durante la terza stagione si avvisava l’esigenza di cambiare ritmo ed abbandonare certe ripetizioni un po’ troppo abusate, ma purtroppo si riparte con lo stesso schema e questo non aiuta particolarmente la crescita del prodotto. Infatti la prima parte della stagione usa lo stesso Ainz come veicolo per distrarre l’attenzione dello spettatore da dettagli importanti.
La seconda parte, che narra del viaggio di Ainz verso il regno dei Nani, ha qualcosa di diverso, o per lo meno non è ancorata alle solite dinamiche della Catacomba di Nazarick. Purtroppo questa parentesi, che poteva essere sfruttata con più calma e divenire un ottimo arco narrativo, viene presentata e liquidata in appena tre episodi. Forse un po’ troppo poco per quello che poi è l’importante risvolto che si avrà questo elemento narrativo in seconda battuta.
Se fino ad ora le cose non sono state particolarmente brillanti a livello di trama, la terza parte rialza improvvisamente la qualità della stagione. Tutte le meticolose e nascoste manipolazioni di Albedo e Demiourgos cominciano a prendere forma, e la rete, dispiegata con tanta pazienza, ora comincia a serrarsi intorno al povero regno di Re-Estize. Finalmente è lampante la vera natura oscura di tutti i personaggi legati alla Catacomba di Nazarick. La fredda indifferenza con cui tutti, da Albedo fino all’ultima delle cameriere, uccidono senza alcun tentennamento è disarmante. Nessuno può opporsi a quello che sta avvenendo ed i molti che provano a scappare finiscono inevitabilmente per essere catturati o uccisi.
Lo stesso Ainz, proprio in quest’ultima parte della stagione, sembra aver abbandonato ogni traccia della sua umanità, regalandoci, per la prima volta, un vero e spietato sovrano non morto. Ormai le carte si sono scoperte del tutto ed è impossibile tornare indietro, quindi è obbligatorio aspettarsi, per le prossime stagioni, un’impostazione più cupa ed oscura degli eventi narrati.
A livello grafico la serie migliora sotto l’aspetto del CGI, o per lo meno non si notano più tutte quelle piccole sbavature che avevano contraddistinto alcuni momenti delle stagioni precedenti. Nel complesso quindi il lavoro di animazione sembra più curato, ma ancora siamo distanti dalla perfezione di altri prodotti (Bubble, Summer Time Rendering, Ranking Of Kings, Chainsaw Man e Demon Slayer). Come al solito la colonna sonora è di alto livello, forse non bella come le precedenti stagioni, ma comunque rimane un prodotto molto orecchiabile e davvero interessante.
Due sono gli appunti che potrebbero essere mossi a questo prodotto: troppo fanservice e troppi personaggi secondari. Il primo appunto è per me un finto problema. La maggior parte dei prodotti sono realizzati principalmente per essere visti da una certa fetta di pubblico e quel pubblico si aspetta una certa impostazione, quindi non ci vedo niente di male ad assecondare i desideri degli spettatori.
Il secondo appunto potrebbe essere il vero neo di tutto Overlord. Molti personaggi secondari sono solo accennati o ricevono attenzione per una parentesi di storia che non permette di approfondire al meglio la loro conoscenza, ma è anche vero che alcuni di loro, probabilmente i più riusciti, tendono a tornare in momenti successivi. Quindi ci sono tanti personaggi accennati che spesso rimangono in attesa di qualcosa in più che li esalti.
In conclusione Overlord ha cominciato a cambiare pelle e questa è un’ottima notizia, soprattutto per evitare il rischio di ristagnare nelle solite meccaniche. Il costante ampliamento dei limiti territoriali in cui i nostri protagonisti si muovono aiuta indubbiamente a proporre cose sempre nuove, ma anche alzare il velo sulle macchinazioni di intere stagioni è un’esperienza davvero interessante. La stagione è disponibile ancora solo sottotitolata, ma è stato annunciato il doppiaggio in tempi ragionevoli.