Sneaky Pete: la recensione

La serie sulle truffe prodotta da Bryan Cranston con protagonista Giovanni Ribisi, il fratello strano di Phoebe in Friends.

 

 

Marius Josipovic (interpretato da Giovanni Ribisi di Fuori In 60 Secondi, Basic, Gardener Of Eden, Ted, Salvate Il Soldato Ryan), è un truffatore provetto appena uscito di prigione in libertà vigilata e deve trovare un luogo sicuro dove nascondersi. Il gangster che ha provato a truffare, Vince Lonigan (interpretato da Bryan Cranston di Little Miss Sunshine, Argo e Contagion), vuole i suoi soldi indietro e non andrà per il sottile per recuperarli. Marius, che ha una memoria quasi eidetica, ha passato tre anni a sentire le storie d’infanzia del suo compagno di cella Pete Murphy, che ha ancora vent’anni da scontare e non vede nonni e cugini da altrettanti; decide di rubargli l’identità e spacciarsi per lui con i suoi familiari per nascondersi. Rubare l’identità al suo compagno di cella gli porterà più grattacapi che vantaggi.

 

 

I nuovi parenti di Marius, i Bowman, inizialmente sembrano la tipica famiglia per bene americana, ma più seguiterete con le puntate più vi accorgerete che hanno tutti piccoli o grandi segreti da nascondere. I Bowman si occupano di cauzioni in un piccolo paese del Connecticut, Bridgeport, non lontano dalla Grande Mela. Il nonno Otto, reduce del Vietnam, che ha appena avuto un infarto, è in assoluto il personaggio più simpatico della serie. Audrey, sua moglie, interpretata da Margo Martindale, colei che tiene le redini della famiglia, è la più temuta dai nipoti. I cugini di Marius: Julia (Marin Ireland, la Sissy Cooper di The Umbrella Accademy) madre di due figli che cresce da sola senza l’aiuto degli ex mariti, lavora con i nonni nel difficile business delle cauzioni; Taylor, poliziotto con problemi di controllo della rabbia, il tipico ragazzo che ha successo al college e si perde subito dopo; Carly, la più giovane, sorella di Taylor, ragazza sveglia e un po’ perduta, cresciuta dai nonni dopo la morte della madre.

 

 

L’unica regola di un truffatore è “mai affezionarsi”, ma per Marius, questa volta, sarà difficile seguirla. Figlio di una eroinomane, orfano di padre, se l’è sempre dovuta cavare da solo e ritrovarsi in una famiglia solida e che si aiuta lo disorienta. Marius finirà per desiderare davvero di essere Pete Murphy e si allontanerà più volte per poi fare ritorno quando la famiglia si troverà in difficoltà.

Marius è la tipica persona che quando la incroci per strada pensi “Guarda questo che sfigato!”: di statura piccola con lo sguardo perso nel vuoto e il tono di voce sempre dimesso; sicuramente non un bell’uomo. Appena finisci di pensarlo ti accorgi di aver perso il portafoglio e quell’aria mogia che pensavi di aver scorto nel suo viso si trasforma in un sorrisino appena percettibile. Non agisce da solo; ha una robusta squadra di colleghi truffatori che di volta in volta lo aiutano nelle sue “imprese”.

 

 

Serie pregevole, molto dialogata come Breaking Bad anche se i dialoghi sono di livello leggermente inferiore. Ogni volta che una delle bugie del castello costruito da Marius viene smascherata ce ne sono subito altre pronte per continuare la sceneggiata e non far perdere l’attenzione allo spettatore. Impressiona in positivo anche come gli sceneggiatori riescano a far confluire tutte le sottotrame in un unico finale collettivo dove i vari problemi si mischiano e si risolvono insieme quasi eliminandosi tra di loro.

Memorabile il monologo di Cranston, che ahimè reciterà solo nella prima stagione, in puntata otto.

Sicuramente una delle serie migliori del catalogo di Amazon; non si capisce perché non abbia avuto la giusta eco mediatica. Consiglio vivamente la visione a tutti per comprendere, una volta per tutte, che l’abito non fa il monaco e per divertirsi con questo truffatore geniale a cui manca l’aspetto del ben più famoso Clooney di Ocean’s Eleven, ma sicuramente non la bravura attoriale.

 

Sneaky Pete, 2015-2019
Voto: 7.5
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